Una bellissima serata quella di ieri dove, nella
elegantissima cornice del Circolo delle Civiche Stanze di Sansepolcro, ho
presentato il mio Ep "Vinceremo ancora", rivisitato in chiave
acustica.
Grazie a tutti i presenti, alla mia band, a Effetto~K, ed infine, al cantautore
Alessandro Grazian che ci ha regalato un interessente spaccato autobiografico
attraverso i 6 Pezzi Facili.
○ Presentazione dell'Ep
"Vinceremo ancora" di Alberto Romagnoli ○ 6 Pezzi Facili con
Alessandro Grazian
Effetto~K
- We.Story 2016
10 dicembre 2016 Circolo delle Civiche Stanze, Sansepolcro
Red Ronnie ha presentato al Roxy Bar, durante la puntata di Optima Red Alert del 28 novembre 2016, il mio singolo Scintille , selezionato su oltre mille brani in concorso! Una grande soddisfazione! Grazie Red. Guarda il video della diretta!
Red insieme ad Antonella Lo Coco di X Factor e al comico Gianni Fantoni. Sul retro il video di Scintille e una bionda niente male.
21.15 Open act:Alberto Romagnolilive Il cantautore biturgense presenterà l’ep
“Vinceremo ancora”.
22.00 - 6pezzi facili:Alessandro Grazian 6pezzi facili è il gioco dell’autobiografia.
Attraverso le canzoni e il loro potere di attaccarsi alle vite e raccontarle.
Attraverso le connessioni che musica e parole riescono ad attivare. In questa
puntata del gioco dell’autobiografia in canzoni, sarà il giovane cantautore
Alessandro Grazian a dipingere il suo ritratto autobiografico attraverso musica
e racconti. In collaborazione conLibera Università
dell'Autobiografia.
Budapest è una città straordinaria. Una capitale
che sembra fermatasi nell'epoca dei bohémien. Una metropoli piena di connotati
da scoprire e da vivere al massimo.
Ho
scritto un po' di roba girando per i vari distretti, vediamo cosa ne esce
fuori.
Szia, egészségére!
Scintillenon è
solo il nuovo singolo dell’EpVinceremo ancora(Meltina Records, 2016): è
un nome che racchiude l’essenza di questa nuova strada indie/alternative/rock
intrapresa con coraggio dal giovane cantautore biturgenseAlberto Romagnoli, classe
1993.
Una
strada difficilissima e insidiosa quella del cantato in italiano. La
tendenza dell’ascoltatore si concentra soprattutto sui testi, sulla flessione
linguistica, sul timbro di voce, sul manifesto, sull’emozione a braccio. Il
lavoro di Alberto gonfia le vele in questa direzione, e a tratti pare prendere
buon vento. E’ chiara fin da subito una cura maggiore sui testi piuttosto che
sulla musica, senz’altro in linea con ciò che “spinge” in Italia adesso.
La campionatura
di alcuni strumenti, per quanto possa essere funzionale, rischia di far
deconcentrare l’attenzione dell’ascoltatore sulle parole.È proprio dai testi che filtra un’intimità
quasi pungente che sfiora di poco il centro.Le parole
sono come scintille, appunto, che brillano e scoppiettano in un’atmosfera che
tocca sia le corde del cantautorato moderno sia quelle dell’indie. Il
risultato, per fortuna, non risultamainstream. Alberto
si cala nei suoi brani e ci soffia con l’attizzatoio, sparpagliando i contenuti
con rabbia, con nostalgia, con disincanto:dentro
me il caos/esplode solo scintille ormai/si è già fatta notte/e tu non ci sei.
La voce è
graffiante, sofferta – che quasi si discosta dall’indie per com’è inteso in
generale – e tocca più i caratteri del rock. I suoni di chitarra attingono da
sonorità alternative/rock/grunge e sono costruiti in funzione ai testi che,
tuttavia, a volte tendono a incespicare leggermente in qualche dissonanza
metrica facilmente migliorabile.
La
sensazione dopo due o tre ascolti è che questo lavoro produca davvero
delle scintille, ma non riesce ad ardere a pieno. Ascoltata l’ultima traccia,
c’è uno sdoppiamento tra lo stupore di un lavoro tutto sommato gradevole, che
suonerebbe ancora più originale se fosse individuata una soluzione di
arrangiamento corretta, e tra l’amarezza di unconcept affrontato
a brutto muso, ma che resta incompiuto. Per fare un paragone letterario, è
la stessa sensazione che si prova nel leggere i libri diBeppe Fenoglio, dove la
sua scrittura minimale e appena revisionata e i suoi finali, pur avendo un loro
perché, creano un senso di vuoto interiore.
Tra le tracce di Vinceremo ancora si
intravede un potenziale che sarebbe esploso con una soluzione più minimale: un less
is more che avrebbe dato più forza ai testi e facilitato anche il
missaggio.
Non
succede così spesso di intravedere altresì la chiave che avrebbe svoltato
questo Ep: la suggerisce proprio il secondo brano, Per un pezzo di cielo senza nuvole, che è
anche il più riuscito a livello di testo e di musica. Proprio quella melodia di
chitarra e piano armonicamente cullante, che porta tutto sulla dimensione del
cantautorato, riesce a funzionare e dà il giusto sostegno a un testo
importante, che arriva dritto al cuore, che fa commuovere, che fa pensare, che
apre la mente a molteplici interpretazioni. È uno dei testi dove la presenza di
Alberto si può quasi toccare con un dito, a conferma del fatto che, se tutto il
disco suonasse in maniera più minimale, ci sarebbe la svolta.
Gli altri
due braniDove vado non lo
soeVinceremo ancora,invece,
si muovono sulla stessa scia diScintille; i testi
arrivano ma anche qui manca ancora quel qualcosa per far girare il tutto al
100%.
Quest’amalgama
così contaminata dalle sonorità aspre e roche dell’alternative rock, e la
fusione con l’immediatezza dei testi caratteristica dell’indie, ci ha
spinto a incontrare Alberto per fargli delle domande e guardare l’Ep un po’ più
da vicino:
Alberto, innanzitutto complimenti per l’Ep. Il tuo
progetto è molto coraggioso di questi tempi. Il solo fatto di “metterci la
faccia” ti rende sicuramente onore. Sappiamo che hai avuto esperienze con altri
progetti, ma la domanda che ti facciamo è: cosa ti ha spinto a cominciare la
carriera da solista?
Grazie
innanzitutto per la recensione e per i complimenti. Sì, dopo anni passati a
suonare con varie band, ho avvertito il fortissimo bisogno di fare qualcosa di
completamente mio. A giugno 2015 con la collaborazione di Alessandro Cecconi
(Meltina Records), ho cominciato a lavorare ad alcuni dei miei pezzi,
avvalendomi anche dei miei musicisti. Il lavoro è durato più di 10 mesi, un
lento parto che ha dato alla luce l’EpVinceremo
ancora.
La tua musica, come emerge dalla recensione critica
qui sopra, non rientra in un unico canone, ma piuttosto sembra attingere da più
generi. Vorresti parlarci un po’ di te, dei tuoi ascolti e della tua formazione
musicale?
Sì
assolutamente. Il lavoro dell’Ep racchiude moltissime influenze. Alla base di
tutto c’èBob Dylan. Non
solo per il lavoro in questione, ma proprio a livello personale. Tutti i pezzi
sono nati, appunto, da chitarra acustica, melodia e testo. Il pezzo dovrebbe
stare su già così. Di base, quando scrivo un pezzo, deve suonare come una
canzone folk. Le fondamenta sono queste. Poi viene fuori l’arrangiamento e
tutto il resto. E qua intervengono tutti gli ascolti che ho alle spalle.
Nelle distorsioni di chitarra ho notato alcuni spunti
alla Verdena, sbaglio?
Quando ho
registrato l’Ep ascoltavo tantissimo iVerdena. Li ho
conosciuti e poi incontrati più volte in questo periodo. Questo sicuramente mi
ha influenzato molto. Per il sound ruvido e sporco di alcune parti del disco
sicuramente ho attinto dal loro mondo, ma per quanto riguarda gli arrangiamenti
potrei citare di nuovo la semplice struttura strofa/ritornello della canzone
dylaniana/lennoniana, arricchita poi con sperimentazioni anche psichedeliche
come chitarre che si intrecciano e moog ’70 invadenti.
Fai finta che non abbia ascoltato il tuo disco e che sia
un ascoltatore potenziale che vorrebbe acquistarlo. Parlamene rispondendo
alle fatidiche tre domande: come nasce, quando nasce e perché nasce.
Allora,
per il “come” e il “quando” ho iniziato a scrivere i pezzi nell’autunno 2014.
Sono nati tutti dalla mia vecchia chitarra acustica Fender, ne avevo a
disposizione una decina a giugno 2015 quando sono iniziate le registrazioni.
Decidemmo con l’etichetta di realizzare un Ep di 4 canzoni, creando una sorta
di percorso all’interno del disco. Per quanto riguarda il “perché”, come dicevo
prima, a 22 anni ho sentito che era giunto il momento per realizzare qualcosa
di completamente mio, dove al centro ci fossero solo le mie canzoni. Mi
sembrava, addirittura, di aver perso già troppo tempo.
Qual è il brano che senti di più?
PensoVinceremo ancora. È
l’ultimo brano che ho scritto di questi presenti nell’Ep. È venuto fuori per
caso. Stavo guidando, avevo sotto un album di John Lennon (mi pare che stavo
ascoltandoGive peace a chance) e mi è
balenata l’idea in testa di un inno. Ho iniziato a canticchiare una melodia in
macchina e l’ho registrata immediatamente con il cellulare. Ho scritto subito
dopo il testo e la melodia è rimasta quella.
Quale tra questi brani vorresti che arrivasse di più
agli ascoltatori?
Penso che
ogni brano possa comunicare qualcosa a qualcuno. Le canzoni sono una sorta
di viaggio: ad ogni ascolto ci si trova qualcosa di nuovo. Forse il pezzo che
arriva prima di tutti èScintille, grazie
anche al videoclip che ho realizzato con la regia di Nicola Mancini dellaLow Party Prod., ma
sinceramente non ho un brano che vorrei che arrivasse più degli altri agli
ascoltatori.
Chi è il tuo ascoltatore ideale?
Ah, bella
domanda! Penso tutti quelli che possono trovare qualcosa di loro nei miei
brani, che si immedesimano in quelle storie.
Mi rendo conto che questa domanda suona quasi come una
provocazione (bonaria, ci mancherebbe!) ma te la faccio lo stesso: ti
consiglierei una revisione degli arrangiamenti e di optare per una soluzione
più minimale; dopo di che, integrando l’Ep di altri brani, rifarei un nuovo
disco da otto/dieci tracce. Che ne pensi?
Riconosco
che gli arrangiamenti sono molto carichi e abbondanti di suoni e strumenti, e
questa è stata una scelta. Volevo creare un’amalgama di suoni dove nessun
strumento prevalesse sull’altro: una scelta moltobritish,diciamo
allaColdplay. Così
com’è stata una scelta anche quella di usare solo 4 pezzi, trattandosi di un
Ep. Essendo il primo lavoro ho inserito anche sprazzi pop all’interno dei pezzi
che, attraverso gli arrangiamenti, credo che possano abbracciare una schiera di
pubblico più vasto.
Parli di un primo lavoro, quindi ne stai già scrivendo
un altro?
Sì, al
momento sto scrivendo i pezzi per uno nuovo, e mi sento già molto più libero
sia a livello di sound sia per quanto riguarda gli arrangiamenti rispetto a
quando ho registratoVinceremo ancora. Questo
primo lavoro, in qualche modo, mi ha rappresentato totalmente per quello che
sono, ma soprattutto per quello che sono stato quando ho scritto questi pezzi.
Volevo in qualche modo “scrivere” quel momento e metterlo su carta, in questo
caso su disco.
Cosa ne pensi dell’indie italiano? Ti senti
appartenente a quella schiera capitanata dai vari “pionieri” Motta, Calcutta e
compagna bella, oppure te ne discosti? Che ne pensi sia del genere sia dei loro
condottieri? (sinceramente)
Sicuramente
è un buon momento per la musica indie italiana. Molto “indie” oggi sta
diventando “mainstream”. Basta citare il fenomenoCalcuttaconOroscopo, che sta diventando il
tormentone dell’estate. Quindi l’indie cos’è di preciso? Si può chiamare sempre
indie se poi diventa pop? O forse è il pop d’autore l’indie del domani? Non
sento di far parte né di nessuna etichettatura musicale né di nessuna corrente.
Mi è piacuto molto il discoDIEdiIosonouncane. È
un disco elaboratissimo che esce dai soliti temi convenzionali che tratta
l’indie italiano.
Una domanda che faccio sempre: meglio 100 persone che
comprano e ascoltano il tuo lavoro o 10 persone che ti seguono nei tuoi live?
Tutti e
110 sarebbe meglio! Sicuramente il vero pubblico è quello che ti segue quando
suoni live. Se poi compra e ascolta anche il tuo disco, meglio. In fondo, noi
si suona per esibirci dal vivo. Un concerto perfetto è quando si crea
alchimia con il pubblico.
Ti ringrazio per l’intervista e ti faccio un’ultima
domanda: hai delle aspettative concrete per questo Ep? E per la tua carriera da
solista? Come vedi il tuo futuro nella musica?
Grazie a
te. Guardo più al presente che al futuro, e comunque non vedo l’ora di suonare
live questi pezzi. Credo che suonandoli dal vivo potranno arrivare dritti alla
gente ed evolversi di sera in sera. Da settembre farò delle date con la mia
band. Stiamo infatti preparando la scaletta, anche con molti pezzi inediti, che
sicuramente faranno parte del mio futuro lavoro. Dal vivo sono sicuro che
queste canzoni potranno evolversi e mutare con il tempo. In verità, già adesso
mi sento cambiato ed evoluto rispetto ad un anno fa. Questo mi ha fatto molto crescere
a livello musicale e non. Il nuovo lavoro sarà sicuramente una nuova ricerca
sia nella composizione, sia nel sound che negli arrangiamenti. Una nuova
“fotografia” di futuro domani.
Dall'EP "Vinceremo ancora" uscito il 20 giugno 2016. Credits Video: Con la partecipazione di Sofia Livi Regia e montaggio: Nicola Mancini Aiuto regia. Lorenzo Lombardi Produzione: Low Party Prod. Label: Meltina Records, 2016 www.facebook.com/albertoromagnoliofficial/