domenica 11 dicembre 2016

Presentazione "Vinceremo ancora" + 6 Pezzi Facili con Alessandro Grazian

Una bellissima serata quella di ieri dove, nella elegantissima cornice del Circolo delle Civiche Stanze di Sansepolcro, ho presentato il mio Ep "Vinceremo ancora", rivisitato in chiave acustica.

Grazie a tutti i presenti, alla mia band, a Effetto~K, ed infine, al cantautore Alessandro Grazian che ci ha regalato un interessente spaccato autobiografico attraverso i 6 Pezzi Facili.


Presentazione dell'Ep "Vinceremo ancora" di Alberto Romagnoli 
6 Pezzi Facili con Alessandro Grazian
Effetto~K - We.Story 2016
10 dicembre 2016
Circolo delle Civiche Stanze, Sansepolcro 











©Erica Andreini Photo

venerdì 9 dicembre 2016

Red Ronnie presenta "Scintille" al Roxy Bar

Red Ronnie ha presentato al Roxy Bar, durante la puntata di Optima Red Alert del 28 novembre 2016, il mio singolo Scintille , selezionato su oltre mille brani in concorso!
Una grande soddisfazione! Grazie Red.


Guarda il video della diretta!







Red insieme ad Antonella Lo Coco di X Factor e al comico Gianni Fantoni. 
Sul retro il video di Scintille e una bionda niente male.

venerdì 25 novembre 2016

We.Story 2016

Un weekend di storytelling nella Valle della Memoria e dell’Autobiografia

Quattro giorni dedicati alle narrazioni a cura di Associazione culturale 
Effetto K.

Sansepolcro ~ Anghiari
8 / 9 / 10 / 11 Dicembre 2016

Programma sabato 10 dicembre

Circolo delle Civiche Stanze ~ Sansepolcro

21.15 Open act: Alberto Romagnoli live
Il cantautore biturgense presenterà l’ep “Vinceremo ancora”.

22.00 - 6pezzi facili: Alessandro Grazian
6pezzi facili è il gioco dell’autobiografia. Attraverso le canzoni e il loro potere di attaccarsi alle vite e raccontarle. Attraverso le connessioni che musica e parole riescono ad attivare. In questa puntata del gioco dell’autobiografia in canzoni, sarà il giovane cantautore Alessandro Grazian a dipingere il suo ritratto autobiografico attraverso musica e racconti.
In collaborazione con 
Libera Università dell'Autobiografia.



lunedì 7 novembre 2016

Come paprika.

Lei affermò le sue teorie essenziali, in modo celato, 
nelle scale mobili del senno, 
 nella città del grande fiume, 
con mia notevole attenzione alle lettere del suo nome.

lunedì 31 ottobre 2016

Budapest, Ungheria - 31.08.2016 - 07.09.2016

Budapest è una città straordinaria. Una capitale che sembra fermatasi nell'epoca dei bohémien. Una metropoli piena di connotati da scoprire e da vivere al massimo. 


Ho scritto un po' di roba girando per i vari distretti, vediamo cosa ne esce fuori.
Szia, egészségére!







Scatti di Andrea Settani.

martedì 12 luglio 2016

Alberto Romagnoli e il suo indie da “Scintille”


Scintille non è solo il nuovo singolo dell’Ep Vinceremo ancora (Meltina Records, 2016): è un nome che racchiude l’essenza di questa nuova strada indie/alternative/rock intrapresa con coraggio dal giovane cantautore biturgense Alberto Romagnoli, classe 1993.
Una strada difficilissima e insidiosa quella del cantato in italiano. La tendenza dell’ascoltatore si concentra soprattutto sui testi, sulla flessione linguistica, sul timbro di voce, sul manifesto, sull’emozione a braccio. Il lavoro di Alberto gonfia le vele in questa direzione, e a tratti pare prendere buon vento. E’ chiara fin da subito una cura maggiore sui testi piuttosto che sulla musica, senz’altro in linea con ciò che “spinge” in Italia adesso.

La campionatura di alcuni strumenti, per quanto possa essere funzionale, rischia di far deconcentrare l’attenzione dell’ascoltatore sulle parole. È proprio dai testi che filtra un’intimità quasi pungente che sfiora di poco il centro. Le parole sono come scintille, appunto, che brillano e scoppiettano in un’atmosfera che tocca sia le corde del cantautorato moderno sia quelle dell’indie. Il risultato, per fortuna, non risulta mainstream. Alberto si cala nei suoi brani e ci soffia con l’attizzatoio, sparpagliando i contenuti con rabbia, con nostalgia, con disincanto: dentro me il caos/esplode solo scintille ormai/si è già fatta notte/e tu non ci sei.
La voce è graffiante, sofferta – che quasi si discosta dall’indie per com’è inteso in generale – e tocca più i caratteri del rock. I suoni di chitarra attingono da sonorità alternative/rock/grunge e sono costruiti in funzione ai testi che, tuttavia, a volte tendono a incespicare leggermente in qualche dissonanza metrica facilmente migliorabile.

La sensazione dopo due o tre ascolti è che questo lavoro produca davvero delle scintille, ma non riesce ad ardere a pieno. Ascoltata l’ultima traccia, c’è uno sdoppiamento tra lo stupore di un lavoro tutto sommato gradevole, che suonerebbe ancora più originale se fosse individuata una soluzione di arrangiamento corretta, e tra l’amarezza di un concept affrontato a brutto muso, ma che resta incompiuto. Per fare un paragone letterario, è la stessa sensazione che si prova nel leggere i libri di Beppe Fenoglio, dove la sua scrittura minimale e appena revisionata e i suoi finali, pur avendo un loro perché, creano un senso di vuoto interiore.

Tra le tracce di Vinceremo ancora si intravede un potenziale che sarebbe esploso con una soluzione più minimale: un less is more che avrebbe dato più forza ai testi e facilitato anche il missaggio.
Non succede così spesso di intravedere altresì la chiave che avrebbe svoltato questo Ep: la suggerisce proprio il secondo brano, Per un pezzo di cielo senza nuvole, che è anche il più riuscito a livello di testo e di musica. Proprio quella melodia di chitarra e piano armonicamente cullante, che porta tutto sulla dimensione del cantautorato, riesce a funzionare e dà il giusto sostegno a un testo importante, che arriva dritto al cuore, che fa commuovere, che fa pensare, che apre la mente a molteplici interpretazioni. È uno dei testi dove la presenza di Alberto si può quasi toccare con un dito, a conferma del fatto che, se tutto il disco suonasse in maniera più minimale, ci sarebbe la svolta.

Gli altri due brani Dove vado non lo so e Vinceremo ancora, invece, si muovono sulla stessa scia diScintille; i testi arrivano ma anche qui manca ancora quel qualcosa per far girare il tutto al 100%.
Quest’amalgama così contaminata dalle sonorità aspre e roche dell’alternative rock, e la fusione con l’immediatezza dei testi caratteristica dell’indie, ci ha spinto a incontrare Alberto per fargli delle domande e guardare l’Ep un po’ più da vicino:

Alberto, innanzitutto complimenti per l’Ep. Il tuo progetto è molto coraggioso di questi tempi. Il solo fatto di “metterci la faccia” ti rende sicuramente onore. Sappiamo che hai avuto esperienze con altri progetti, ma la domanda che ti facciamo è: cosa ti ha spinto a cominciare la carriera da solista?
Grazie innanzitutto per la recensione e per i complimenti. Sì, dopo anni passati a suonare con varie band, ho avvertito il fortissimo bisogno di fare qualcosa di completamente mio. A giugno 2015 con la collaborazione di Alessandro Cecconi (Meltina Records), ho cominciato a lavorare ad alcuni dei miei pezzi, avvalendomi anche dei miei musicisti. Il lavoro è durato più di 10 mesi, un lento parto che ha dato alla luce l’Ep Vinceremo ancora.

La tua musica, come emerge dalla recensione critica qui sopra, non rientra in un unico canone, ma piuttosto sembra attingere da più generi. Vorresti parlarci un po’ di te, dei tuoi ascolti e della tua formazione musicale?
Sì assolutamente. Il lavoro dell’Ep racchiude moltissime influenze. Alla base di tutto c’è Bob Dylan. Non solo per il lavoro in questione, ma proprio a livello personale. Tutti i pezzi sono nati, appunto, da chitarra acustica, melodia e testo. Il pezzo dovrebbe stare su già così. Di base, quando scrivo un pezzo, deve suonare come una canzone folk. Le fondamenta sono queste. Poi viene fuori l’arrangiamento e tutto il resto. E qua intervengono tutti gli ascolti che ho alle spalle.

Nelle distorsioni di chitarra ho notato alcuni spunti alla Verdena, sbaglio?
Quando ho registrato l’Ep ascoltavo tantissimo i Verdena. Li ho conosciuti e poi incontrati più volte in questo periodo. Questo sicuramente mi ha influenzato molto. Per il sound ruvido e sporco di alcune parti del disco sicuramente ho attinto dal loro mondo, ma per quanto riguarda gli arrangiamenti potrei citare di nuovo la semplice struttura strofa/ritornello della canzone dylaniana/lennoniana, arricchita poi con sperimentazioni anche psichedeliche come chitarre che si intrecciano e moog ’70 invadenti.

Fai finta che non abbia ascoltato il tuo disco e che sia un ascoltatore potenziale che vorrebbe acquistarlo. Parlamene rispondendo alle fatidiche tre domande: come nasce, quando nasce e perché nasce.
Allora, per il “come” e il “quando” ho iniziato a scrivere i pezzi nell’autunno 2014. Sono nati tutti dalla mia vecchia chitarra acustica Fender, ne avevo a disposizione una decina a giugno 2015 quando sono iniziate le registrazioni. Decidemmo con l’etichetta di realizzare un Ep di 4 canzoni, creando una sorta di percorso all’interno del disco. Per quanto riguarda il “perché”, come dicevo prima, a 22 anni ho sentito che era giunto il momento per realizzare qualcosa di completamente mio, dove al centro ci fossero solo le mie canzoni. Mi sembrava, addirittura, di aver perso già troppo tempo.

Qual è il brano che senti di più?
Penso Vinceremo ancora. È l’ultimo brano che ho scritto di questi presenti nell’Ep. È venuto fuori per caso. Stavo guidando, avevo sotto un album di John Lennon (mi pare che stavo ascoltandoGive peace a chance) e mi è balenata l’idea in testa di un inno. Ho iniziato a canticchiare una melodia in macchina e l’ho registrata immediatamente con il cellulare. Ho scritto subito dopo il testo e la melodia è rimasta quella.

Quale tra questi brani vorresti che arrivasse di più agli ascoltatori?
Penso che ogni brano possa comunicare qualcosa a qualcuno. Le canzoni sono una sorta di viaggio: ad ogni ascolto ci si trova qualcosa di nuovo. Forse il pezzo che arriva prima di tutti èScintille, grazie anche al videoclip che ho realizzato con la regia di Nicola Mancini della Low Party Prod., ma sinceramente non ho un brano che vorrei che arrivasse più degli altri agli ascoltatori.
Chi è il tuo ascoltatore ideale?
Ah, bella domanda! Penso tutti quelli che possono trovare qualcosa di loro nei miei brani, che si immedesimano in quelle storie.

Mi rendo conto che questa domanda suona quasi come una provocazione (bonaria, ci mancherebbe!) ma te la faccio lo stesso: ti consiglierei una revisione degli arrangiamenti e di optare per una soluzione più minimale; dopo di che, integrando l’Ep di altri brani, rifarei un nuovo disco da otto/dieci tracce. Che ne pensi?
Riconosco che gli arrangiamenti sono molto carichi e abbondanti di suoni e strumenti, e questa è stata una scelta. Volevo creare un’amalgama di suoni dove nessun strumento prevalesse sull’altro: una scelta molto british, diciamo alla Coldplay. Così com’è stata una scelta anche quella di usare solo 4 pezzi, trattandosi di un Ep. Essendo il primo lavoro ho inserito anche sprazzi pop all’interno dei pezzi che, attraverso gli arrangiamenti, credo che possano abbracciare una schiera di pubblico più vasto.

Parli di un primo lavoro, quindi ne stai già scrivendo un altro?
Sì, al momento sto scrivendo i pezzi per uno nuovo, e mi sento già molto più libero sia a livello di sound sia per quanto riguarda gli arrangiamenti rispetto a quando ho registrato Vinceremo ancora. Questo primo lavoro, in qualche modo, mi ha rappresentato totalmente per quello che sono, ma soprattutto per quello che sono stato quando ho scritto questi pezzi. Volevo in qualche modo “scrivere” quel momento e metterlo su carta, in questo caso su disco.

Cosa ne pensi dell’indie italiano? Ti senti appartenente a quella schiera capitanata dai vari “pionieri” Motta, Calcutta e compagna bella, oppure te ne discosti? Che ne pensi sia del genere sia dei loro condottieri? (sinceramente)
Sicuramente è un buon momento per la musica indie italiana. Molto “indie” oggi sta diventando “mainstream”. Basta citare il fenomeno Calcutta con Oroscopo, che sta diventando il tormentone dell’estate. Quindi l’indie cos’è di preciso? Si può chiamare sempre indie se poi diventa pop? O forse è il pop d’autore l’indie del domani? Non sento di far parte né di nessuna etichettatura musicale né di nessuna corrente. Mi è piacuto molto il disco DIE di Iosonouncane. È un disco elaboratissimo che esce dai soliti temi convenzionali che tratta l’indie italiano.

Una domanda che faccio sempre: meglio 100 persone che comprano e ascoltano il tuo lavoro o 10 persone che ti seguono nei tuoi live?
Tutti e 110 sarebbe meglio! Sicuramente il vero pubblico è quello che ti segue quando suoni live. Se poi compra e ascolta anche il tuo disco, meglio. In fondo, noi si suona per esibirci dal vivo. Un concerto perfetto è quando si crea alchimia con il pubblico.

Ti ringrazio per l’intervista e ti faccio un’ultima domanda: hai delle aspettative concrete per questo Ep? E per la tua carriera da solista? Come vedi il tuo futuro nella musica?
Grazie a te. Guardo più al presente che al futuro, e comunque non vedo l’ora di suonare live questi pezzi. Credo che suonandoli dal vivo potranno arrivare dritti alla gente ed evolversi di sera in sera. Da settembre farò delle date con la mia band. Stiamo infatti preparando la scaletta, anche con molti pezzi inediti, che sicuramente faranno parte del mio futuro lavoro. Dal vivo sono sicuro che queste canzoni potranno evolversi e mutare con il tempo. In verità, già adesso mi sento cambiato ed evoluto rispetto ad un anno fa. Questo mi ha fatto molto crescere a livello musicale e non. Il nuovo lavoro sarà sicuramente una nuova ricerca sia nella composizione, sia nel sound che negli arrangiamenti. Una nuova “fotografia” di futuro domani.


Alberto Romagnoli e il suo indie da “Scintille”

Bella recensione critica di Mario Caruso di Inkorsivo sull'Ep "Vinceremo ancora" con intervista ad Alberto Romagnoli.

Leggi l'articolo su Inkorsivo.


venerdì 8 luglio 2016

Alberto Romagnoli - Scintille (Official Video)

Il video di Scintille è online!



Dall'EP "Vinceremo ancora" uscito il 20 giugno 2016.

Credits Video:

Con la partecipazione di Sofia Livi
Regia e montaggio: Nicola Mancini
Aiuto regia. Lorenzo Lombardi
Produzione: Low Party Prod.
Label: Meltina Records, 2016

www.facebook.com/albertoromagnoliofficial/